Cronaca
La storia delle maschere tradizionali di Carnevale in Italia
Ad ogni regione la sua maschera di Carnevale della tradizione: sono davvero tantissime e ognuna, oltre ad avere il suo costume e la sua maschera sul volto, ha anche caratteristiche ben precise, come carattere e comportamento.
Conoscete tutte le maschere tradizionali del Carnevale italiano? Da Nord a Sud, ogni regione può vantare la sua maschera tipica, il suo personaggio che ai tempi della Commedia dell’Arte saliva sul palco con caratteristiche ben precise, che tutti conoscevano a memoria, che avrebbero influenzato il suo comportamento e le sue interazioni con gli altri personaggi.
Le maschere tradizionali di Carnevale sono davvero moltissime nel nostro paese e spesso i loro costumi possono venire in nostro soccorso per travestimenti per feste in maschera all’insegna della tradizione. Andiamo, allora, a scoprire la storia di tutte queste bellissime maschere, da raccontare ai nostri bambini perché le imparino e le tramandino a loro volta!
Ecco, allora, tutte le maschere tradizionali di Carnevale e le loro storie!
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Arlecchino, la maschera tradizionale di Carnevale della Lombardia, la più famosa. E’ nato a Bergamo e ha un vestito di mille colori, perché è così povero che a Carnevale i suoi compagni di classe gli hanno regalato dei pezzi di stoffa colorati con i quali poi la mamma ha cucito un abito. Un’altra storia ci racconta invece che era un servo di un uomo avaro che lo vestiva di toppe. Sul volto porta una maschera nera e in testa un berretto bianco. E’ agile, allegro, vivace, pigro.
Pantalone è l a maschera veneziana: assomiglia alla maschera bolognese di Balanzone. E’ un uomo in là con gli anni, un mercante avaro, brontolone, scapolo, ma che vuole ancora piacere. Crede nel denaro e nel commercio. Veste con delle pantofole ai piedi, un camicione e una calzamaglia rossa con un mantello bianco, in faccia ha una maschera e in vita una cintura. In testa porta una cuffietta.
Brighella, la maschera di Bergamo scaltra, astuta, antagonista di Arlecchino, chiacchierone, imbroglione, insolente. Indossa la livrea, con pantaloni larga e giacca bianchi con listini verdi, un mantello bianco con due strisce verti, un berretto e una mezza maschera sul viso.
Pulcinella, la maschera tipica di Napoli. Una maschera con due gobbe e il naso adunco: è sobrio, lento, goffo, di poche parole. Veste un abito tutto bianco.
Dottor Balanzone è il costume tipico di Bologna: pedante, brontolone, logorroico, dotto, sapiente, veste con un cappello nero, una toga nera, un panciotto, i pantaloni neri e un colletto bianco bello ampio.
Gianduja è la maschera piemontese: è il popolano caparbio, sospettoso, che indossa un tricorno, un costume di panno marrone bordato di rosso, un panciotto giallo e le calze rosse, al collo un fiocco verde oliva e un ombrello. E’ un galantuomo e ama il buon vino e la buona tavola.
Rugantino, maschera romana che rappresenta l’arroganza, la strafottenza: è un provocatore e un insolente, ma non è pericoloso. L’abito è povero con pantaloni al ginocchio, fascia alla vita, casacca e fazzoletto al collo.
Colombina, maschera veneta nata a Venezia: è la serva furba e briosa, vivace, allegra, sapiente, bella, bugiarda e maliziosa. Indossa una cuffia e un vestito a fiori bianchi e blu, con scarpe con fiocchetto azzurro e calze rosse.
Stenterello, maschera tipica della Toscana con giacca blu e il risvolto delle maniche a scacchi rossi e neri. Ha un panciotto puntinato, una calza rossa e una a strisce bianche e azzurre. E’ generoso e saggio, ottimista e arguto.
Pierrot, nonostante il nome francese è una maschera italiana nata alla fine del Cinquecento. Riconosciamo il classico vestito tutto bianco con pon pon neri al posto dei bottoni, il colletto ampio, la cuffietta bianca in testa e una lacrima sul viso.
Burlamacco, logo del Carnevale di Viareggio, è un pagliaccio che veste una tuta a scacchi bianchi e rossi, un mantello e un copricapo rosso, con mantello nero.
Beppe Napa, la maschera di Messina, con un costume ampio azzurro, un berretto bianco o grigio con calotta bianca: è goloso e pigro.
Meo Patacca, maschera romana che rappresenta il coraggio e la spavalderia. E’ ironico, spiritoso, insolente, sfrontato, attaccabrighe, un bullo romano. Il suo costume è formato da pantaloni stretti al ginocchio, una giacca di velluto, una sciarpa come cintura con tanto di pugnale nascosto e una retina in testa.
Capitan Spaventa o Capitan Fracassa, maschera tradizionale ligure, con vestito a strisce colorate, cappello con piume, stivali e spada, baffi e pizzo.
Tartaglia, maschera napoletana, balbuziente, pedante, astuto, spassoso.
Meneghino, maschera di Milano con cappello a tre punte, parrucca con codino alla francese, una giacca lunga di velluto, pantaloni corti, calze a righe bianche e rosse. E’ generoso, rosso, dotato di buon senso, abile.
Foto | da Flickr di _pek_
Via | maestramary