Crescita
Le fiabe tradizionali fanno bene alla crescita dei bambini?
Le fiabe tradizionali che siamo soliti raccontare ai nostri bambini fanno davvero bene alla loro crescita? C’è chi critica profondamente l’esempio dato dalle storie di principi e principesse, ecco perché.
Le fiabe tradizionali, quelle che raccontano le avventure di principi e principesse, sono davvero così diseducative per i nostri bambini? Possono far male alla loro crescita? Ne sono convinti al dipartimento per le Pari Opportunità e lo dicono a chiare lettere in tre opuscoli che sono stati pubblicati per gli insegnanti delle scuole elementari, medie e superiori. In pratica si sconsiglia di lettere le fiabe tradizionali ai bambini perché tendono a promuovere un unico modello, quello della famiglia tradizionale.
In periodi di rottamazione, ecco la rottamazione delle fiabe raccontate per decenni ai bambini e con i quali siamo cresciuti un po’ tutti: niente più Cenerentola, Biancaneve e affini? O basterà semplicemente spiegare ai bambini che quello è un tipo di racconto, affiancandone poi altri che raccontino anche di altre situazioni, altre realtà, altri modelli? Al dipartimento non hanno dubbi:
Al bando Biancaneve, la Bella addormentata, il Principe rospo e tutte quelle storie che parlano di principi azzurri e principesse in cerca di un eroe che ammazzi il drago, colpevoli di indurre le bambine a cercare poi – invano – per tutta la vita un uomo che assomigli a quel perfetto prototipo e i bambini a convincersi di dover usare spada e coltello per far colpo sulle fidanzate.
Secondo gli esperti sarebbero fuorvianti perché parlano della famiglia tradizionale formata da un uomo e una donna che si sposano, senza mai accennare alla possibilità che persone dello stesso sesso possano fare altrettanto. Le fiabe, secondo il Ministero, sono discriminanti e bisogna correre ai ripari. Quindi saranno bandite dalle scuole: che dite, una mossa un po’ azzardata? Scegliere una più comoda via di mezzo che non preveda la messa al bando di opere storiche come quelle dei fratelli Grimm o di Andersen, solo per citarne un paio, non c’era?
Foto | da Flickr di lorenjavier
Via | Corriere