Gravidanza
I valori del progesterone ottimali in gravidanza
Il progesterone è un ormone importantissimo durante la gravidanza, ed è importante misurarne costantemente i livelli durante i nove mesi della dolce attesa. Vediamo i valori ottimali
I valori del progesterone nella vita di una donna sono strettamente collegati alla sua fertilità e alle capacità procreative. Quest’ormone viene secreto dalla ovaie, dalla ghiandole surrenali e dalla placenta in gravidanza.
Durante il ciclo mestruale, il compito del progesterone è quello di preparare l’utero, o meglio, la sua mucosa, a ricevere l’ovulo fecondato, infatti proprio la sua riduzione alla fine della fase luteale del ciclo induce la mestruazione. In gravidanza, naturalmente, i valori di progesterone nel sangue aumentano notevolmente, e la sua produzione maggiore avviene a livello placentare.
In questa fase il suo compito principale è quello di inibire le contrazioni uterine che possono compromettere lo sviluppo del feto e il prosieguo della gravidanza stessa, e impedire che le ovaie maturino altri ovuli. Inoltre agisce sul sistema immunitario materno “disinnescandolo” in modo che gli anticorpi non attacchino il feto cedendolo un corpo estraneo.
Durante la gestazione l’aumento dei livelli di progesterone segue una curva: la concentrazione cresce molto tra la 12ma e la 25ma settimana, poi si stabilizza fino alla 37ma settimana e infine decresce nelle ultime settimane prima del parto. I valori ottimali che consentono alla gravidanza di procedere speditamente fino al compimento del nono mese senza rischi di parto prematuro o aborto spontaneo, sono:
- Primo trimestre: valori compresi tra gli 11,2 ng/ml e i 90,0 ng/ml
- Secondo trimestre: valori compresi tra i 25,6 ng/ml e gli 89,4 ng/ml
- Terzo trimestre: valori compresi tra 48,4 ng/ml e 42,5 ng/ml
Quando i valori del progesterone in gravidanza siano troppo bassi il ginecologo consiglia una supplementazione farmacologica per evitare conseguenze come il parto prematuro o il rischio di aborto, mentre un aumento eccessivo può dare sintomi spiacevoli come i disturbi digestivi e in particolare il reflusso gastroesofageo. La cosa migliore è sempre quella di eseguire i controlli e farsi consigliare dal proprio ginecologo.
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