Celebrità
Oscar 2014 a “12 anni schiavo” per riflettere sui diritti dell’infanzia negata
Il premio Oscar come miglior attrice non protagonista all’attrice Lupita Nyong’o, diventa occasione privilegiata per ricordare i diritti negati per troppi bambini, ancora, nel mondo
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Con la voce rotta dall’emozione, la bellissima Lupita Nyong’o, vincitrice dell’Oscar 2014 come attrice non protagonista per la sua interpretazione nel kolossal “12 anni schiavo”, del regista Steve McQueen, ha dedicato il più prestigioso premio cinematografico che si possa ricevere ai bambini.
A quei tanti, troppi bambini i cui dritti sono ancora calpestati, che subiscono soprusi e violenze, a cui viene negata la possibilità di vivere sereni, sani, ad accedere all’istruzione scolastica e a ricevere adeguate cure sanitarie. Bambini a cui manca il cibo, bambini a cui manca l’amore. Bimbi e bimbe che soffrono ancora per “moderne” schiavitù, costretti a trasformarsi in soldati e imbracciare armi, a diventare oggetti sessuali.
E questo accade non solo nelle regioni africane dilaniate da terribili guerre fratricide, non solo nelle aree del Medio Oriente dove di “formano” giovani talebani e piccoli martiri kamikaze, ma anche nelle nostre periferie urbane colonizzate dalla criminalità organizzata, nei quartieri “bene” dove poco più che bambine si prostituiscono in cambio di vestiti griffati e gadget tecnologici.
Questi minori conoscono solo poche cose della vita, le peggiori. Ecco perché la dedica di Lupita Nyong’o, attrice 31enne che nel magnifico film,/terribile di McQeeen interpreta il ruolo della bracciante Patsy, assume un significato così importante, e tanto maggiore in quanto espressa da una ribalta internazionale glamour come quella losangelina degli Oscar. La giovane diva, che per l’occasione indossava un abito da dea greca di Prada, in un tene color celeste, nel ricever la statuetta, e dopo i ringraziamenti di rito, ha detto tra le lacrime, rivolgendosi ai bambini:
Questa statuetta dorata vi deve ricordare che qualunque sia la vostra origine, avete il diritto di sognare, perché i sogni si realizzano
Il suo, si è avverato sicuramente, e non era scontato. Lupita Nyong’o, infatti, è nata in Messico ma è cresciuta in Kenya. Al cinema è arrivata per gradi, dopo aver studiato cinematografia negli USA, aver incominciato la carriera come assistente alla regia, e soprattutto dopo essersi fatta notare, a soli 26 anni, per un documentario “In my Genes“, del 2009, interamente scritto, diretto e girato da lei.
Nell’opera, pluripremiata, si affronta una tematica particolarmente delicata: le discriminazioni subite dai bambini kenioti nati albini. Il tema delle discriminazioni, e soprattutto dei dritti negati dell’infanzia, dunque, sono sempre stati molto cari a Lupita, e non stupisce che abbia voluto de dedicare il suo (primo) Oscar proprio ai bambini. La tematica della schiavitù del passato per affrontare quelle del presente diventa, quindi, la riflessione, ma soprattutto la battaglia, che le nostre società “civili” sono chiamate a combattere. In Italia, e ovunque nel mondo.