Cronaca
Save the Children: un milione e 200mila bambini muoiono nel primo giorno di vita
Save the Children, nel suo ultimo rapporto “Ending Newborn Deaths”, denuncia il numero ancora troppo elevato di bambini che perdono la vita nel giorno della loro nascita. Morti che si potrebbero facilmente prevenire.
Un milione e 200mila bambini muoiono nel loro primo giorno di vita. Il nuovo rapporto “Ending Newborn Deaths” di Save the Children ci invia dati allarmanti, con un numero troppo alto di morti di bambini appena nati che potrebbero essere prevenute. 40 milioni di donne nel mondo partoriscono senza essere adeguatamente assistite e spesso questa carenza di assistenza specializzata porta alla morte dei bambini che portano in grembo.
Save the Children lancia la campagna Every One, con testimonial la bella modella italiana Eva Riccobono, in dolce attesa: una campagna per dire basta alla mortalità infantile. Dei 6,6 milioni di bambini che ogni anno muoiono prima di arrivare ai 5 anni di età, 2,9 milioni persono la vita nei primi 28 giorni di vita. Tra questi 1 un milione di bambini muore nel primo giorno di vita, il più pericoloso per nascite premature, complicanze durante il parto come infezioni, pre eclampsia, travaglio troppo lungo, o perché le madri non sono assistite. Un milione e 200 mila bambini nascono già morti, perché il loro cuore smette di battere durante il travaglio.
Eva Riccobono, che ha aderito alla campagna, commenta così questi dati davvero impressionanti:
Il primo giorno della vita di un bambino è il più pericoloso. Sentiamo storie orribili di madri che camminano per ore durante il travaglio per cercare un aiuto, madri che partoriscono da sole, sul pavimento della loro casa o in un cespuglio senza l’aiuto di nessuno che possa salvare la loro vita e quella del loro bambino. Tutte storie che troppo spesso finiscono in tragedia. Tutto questo è assurdo e ognuno di noi deve sentire l’imperativo morale di fare qualcosa. Molti di questi decessi potrebbero essere evitati se solo ci fosse qualcuno per assicurare che la nascita avvenga in modo sicuro e che sappia cosa fare in caso di emergenza.
Morti che si possono prevenire, con le giuste vaccinazioni, i trattamenti contro la malaria, la diarrea, la polmonite o aiutando le mamme con personale qualificato che le possa assistere. Se si riuscisse ad intervenire in tempo e se le donne fossero asisstite da persone che possa aiutarle, si potrebbe prevenire il 50% della mortalità neonatale e il 45% dei bambini morti durante il parto. Valerio Neri, direttore generale di Save the Children, sottolinea che le soluzioni ci sono, basta attuarle:
I nuovi dati diffusi oggi rivelano per la prima volta il reale impatto della mortalità neonatale”, continua Valerio Neri. “Le soluzioni esistono e sono conosciute, ma c’è bisogno di una reale volontà politica per dare a questi bambini una possibilità di sopravvivere, che agisca innanzitutto sulle disuguaglianze. Senza azioni immediate e mirate, il percorso per abbattere la mortalità infantile si arresterà.