Educazione
Topolino e Winnie the Pooh non educano i bambini alla conoscenza della realtà
I personaggi antropomorfi dei cartoni animati e delle favole impediscono ai bambini di avere una conoscenza piena della realtà, secondo alcuni psicologi.
Generazioni di bambini sono cresciuti con i personaggi Disney e le creature parlanti hanno sempre accompagnato i sogni e le avventure fantasiose dei piccoli. Ma oggi anche i personaggi mitici di Topolino e Winnie the Pooh sembrano instillare dei dubbi sul loro valore educativo.
Mentre una branca di psicologi afferma che cartoni animati e libri per bambini sono divertenti, innocui e aiutano ad imparare, secondo i ricercatori di uno studio condotto presso l’Università di Toronto, Topolino, Winnie the Pooh, Gruffalo, o l’orsetto Rupert, non sono educativi, in quanto gli animali nella realtà non parlano, non camminano su due zampe, non indossano abiti.
Secondo la professoressa Patricia Ganea, responsabile della ricerca, i libri fantastici in cui animali antropomorfi parlano e indossano abiti come gli esseri umani porta i bambini a pensare che gli animali siano così nel mondo naturale.
I ricercatori hanno condotto una serie di test su bambini di età compresa tra i tre e i cinque anni: ad alcuni hanno letto dei libri sugli animali antropomorfi, e ad altri testi “scientifici” sulla natura e la fauna. I risultati? I bambini che avevano ascoltato storie di animali parlanti erano più propensi a pensare che fossero così nella realtà. In particolare, la Guinea commenta così i risultati dello studio:
“Consigliamo a genitori e insegnanti di utilizzare una serie di libri informativi e di saggistica, e di utilizzare un linguaggio corrispondente alla realtà quando viene descritta la biologia ai bambini.
Libri per bambini che presentano animali parlanti, o animali che presentano altre caratteristiche umane, come indossare i vestiti, portano i bambini a comprendere in maniera meno realistica il mondo naturale.
Tali libri non solo inibiscono l’apprendimento della realtà ma interferiscono anche con il pensiero astratto dei bambini e il ragionamento concettuale sugli animali.”
Dall’analisi finale della psicologa si deduce che i bimbi devono alternare la lettura di testi fantastici e favole come “La tela di Carlotta”, a quella di testi “scientifici” che diano informazioni sull’ambiente naturale e sulle caratteristiche biologiche delle creature.
Dalla mia esperienza, penso che i bambini di quell’età sappiano distinguere bene la fantasia dalla realtà, e siano consapevoli che le favole rappresentano dei personaggi fittizzi non corrispondenti alla natura che li circonda. In fondo il momento del gioco, fondamentale per lo sviluppo dei piccoli, è un momento in cui si scatena la fantasia, e la lettura e la fantasia camminano di pari passo. Come fare a meno di questo momento creativo?
Via | Mail Online