Cronaca
Troppi parti cesarei in Italia: come abbassare i costi delle nascite?
In Italia si fanno troppi parti cesarei: in tempi di spending review si analizzano tutti i costi e tutti gli sprechi ed ecco che anche nel reparto ostetricia sono moltissime le voci che andrebbero riviste, sempre nell’ottica del benessere di mamma e bambino.
L’Italia è un paese con troppi parti cesarei. Fermo restando che si tratta di un intervento chirurgico assolutamente necessario in caso di difficoltà, se ci sono problemi o urgenze durante il parto o se il bambino non si è ancora girato nella posizione giusta, nel nostro paese troppi bambini nascono con il taglio cesareo: e in tempi di spending review e di revisione della spesa pubblica anche il reparto ostetricia è sotto la lente di ingrandimento degli esperti.
Secondo i dati resi noti da Vittorio Basevi, ginecologo responsabile di SaPeRiDoc, Centro documentazione Salute Perinatale e Riproduttiva della Regione Emilia Romagna, membro del gruppo di lavoro formato dal Ministero della Salute per la stesura delle Linee Guida sulla Maternità, sottolinea come in Europa siamo i primi per parti cesarei: con il taglio avviene il 38% delle nascite, contro il 15% dell’Olanda e il 14% della Slovenia. A livello mondiale siamo in vetta alla classifica insieme a Messico e Brasile.
Il problema non sono i tagli cesarei, che come sottolinea il ginecologo sono assolutamente necessari, efficaci e risolutivi in caso di problemi, ma in Italia se ne abusa, dal momento che secondo l’OMS solo il 10,15% dei parti richiederebbe il taglio:
D’altro canto il cesareo è un vero e proprio intervento chirurgico, con tutte le conseguenze relative: il dolore nei giorni successivi è superiore a quello momentaneo del parto vaginale, il rischio di emorragia post partum è maggiore, maggiore il ricorso all’ossigeno per il primo respiro del neonato, maggiore la probabilità che la madre non allatti al seno malgrado questa pratica sia vivamente consigliata per il benessere futuro di mamma e figlio , maggiore la probabilità che dopo un primo cesareo ve ne sia un altro e un altro ancora per i figli successivi, anche se questo non sia necessariamente giustificato.
Inoltre non dimentichiamo che il parto cesareo costa di più, però è molto più veloce e permette di usare per più donne la sala parto nello stesso lasso di tempo (in tre ore si possono fare tre parti cesarei, mentre i parti naturali possono richiedere anche più tempo): per questo si tema che dietro la decisione dei tagli ci sia un sistema per lucrare sul servizio sanitario, dubbio legittimato da un altro dato che vede nel pubblico i tagli al 35% e nel privato accreditato e quindi rimborsato al 60%.
Via | Corriere