Gravidanza
Le cause dell’eccesso di potassio in gravidanza e i rischi
Un eccesso di potassio durante la gravidanza può provocare degli scompensi nell’organismo materno che possono influire negativamente anche sul feto. Ecco le possibili cause e i rischi correlati
Durante la gravidanza bisogna curare in modo scrupoloso l’alimentazione, e stare attente e non farsi mancare alcuni minerali cruciali non solo per la salute materna, ma anche per lo sviluppo del feto nell’utero.
Alcuni oligoelementi, come ad esempio il potassio e il magnesio, che non possono essere prodotti direttamente dall’organismo, si acquisiscono attraverso la dieta, o l’assunzione (in caso di carenza) di integratori. In gravidanza, soprattutto se le futura mamma affronta la dolce attesa durante i caldi mesi estivi, non solo aumenta il fabbisogno di potassio, ma è anche più facile “perderlo” attraverso il sudore.
Questo può provocare qualche disturbo tra cui debolezza e crampi muscolari, ma anche tachicardia e disturbi metabolici. Dobbiamo ricordare, infatti, che il minerale K (il potassio, appunto), è coinvolto in molte importanti funzioni biologiche, funge da regolatore dei livelli di sodio nel sangue (per cui un suo scompenso può favorire ritenzione idrica e pressione alta), e ha un ruolo importante nello stimolare l’attività muscolare, inclusa quella cardiaca, e nel metabolismo dei liquidi corporei.
Detto questo, esiste anche un problema opposto alla carenza di potassio, ovvero il suo eccesso. Questo minerale può, infatti, essere introdotto in quantità superiori rispetto al fabbisogno di una donna incinta (4,7 g al giorno), soprattutto quando la futura mamma sia solita assumere con troppa disinvoltura gli integratori salini, ma soprattutto, può non essere correttamente metabolizzato attraverso i reni.
Quando, infatti, la donna incinta sia colpita di disfunzioni ai reni che producano una insufficienza renale (condizione che può esser anche favorita da infezioni urinarie non curate che si siano estese questi organi che fungono da filtro del sangue), il potassio si accumula nel sangue e negli organi provocando una serie di disturbi potenzialmente pericolosi.
I sintomi della iper-potassiemia o iper-kaliemia, essi sono simili al suo opposto, e quindi la futura mamma potrebbe sperimentare debolezza e affaticamento, irregolarità del battito cardiaco con palpitazioni ed exrasistoli, gonfiore, crampi muscolari e formicolio agli arti, e una sensazione di malessere generale.
Questi segnali del corpo non vanno mai sottovalutati, perché oltre a nuocere alla futura mamma (nei casi peggiori troppo potassio può persino portare ad una arresto cardiaco), possono anche compromettere l’andamento della gravidanza, per questo è bene porvi rimedio quanto prima. La cura consiste nel ridurre, nella dieta, i cibi ricchi di minerale K, e monitorare l’attività renale, se all’origine del problema ci sia questa disfunzione.
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