Gravidanza
Tiroidite di Hashimoto e gravidanza: ci sono rischi per mamma e bambino?
La tiroidite di Hashimoto è una malattia della tiroide autoimmune. Scopriamo che conseguenze può avere sulla gravidanza
La tiroidite di Hashimoto è una patologia tiroidea di origine autoimmune che porta ad una progressiva inibizione dell’attività di questa ghiandola endocrina.
La tiroide sovrintende diverse importanti funzioni fisiologiche attraverso la secrezione di due ormoni, individuati dalle sigle FT3 e FT4, tra cui anche il metabolismo basale e la funzionalità cardiaca. Quando questa ghiandolina, situata alla base della gola, si inceppa, si possono verificare una serie di sintomi a cascata, spesso molto diversi tra di loro.
La tiroidite è una delle possibili patologie della tiroide, una infiammazione che in gravidanza può manifestarsi più facilmente. Tuttavia, la particolarità della tiroidite di Hashimoto, è che si tratta di una disfunzione cronica e di origine autoimmune, legata, quindi, ad una anomala reazione del sistema immunitario che finisce per “attaccare” le cellule sane di alcuni organi del corpo, in questo caso della tiroide.
Se l’infiammazione è lieve, allora di solito non ci sono disturbi e una gravidanza può procedere regolarmente fino al parto. Talvolta, però, la conseguenza di questa infiammazione è un ipotiroidismo, con una inferiore produzione di ormoni tiroidei e relative conseguenze.
Le donne che soffrono di tiroidite di Hashimoto che sfocia in in genere hanno qualche difficoltà in più a restare incinte, perché il loro ciclo, a causa della malattia, è più irregolare. Una volta iniziata la gravidanza poi, aumentano, per loro, anche i rischi di un aborto spontaneo, soprattutto entro la 20ma settimana, ma solo se la tiroidite viene trascurata.
Infatti per rimediare alle carenze ormonali dovute alla disfunzione, che si rilevano attraverso i dosaggi da effettuare periodicamente, si procede ad una terapia compensativa con somministrazione di ormoni tiroidei di sintesi. In questo modo il corpo torna in equilibrio.
In gravidanza, quindi, le donne affette da tiroidite di Hashimoto con ipotiroidismo, non solo devono effettuare regolari controlli ematici dei loro livelli ormonali (ogni 2 mesi), ma soprattutto regolare la terapia farmacologica a seconda proprio delle fluttuazioni degli ormoni FT3, Ft4 e TSH (un ormone ipofisario che a sua volta sovrintende la funzionalità della tiroide).
In questo modo, facendo in modo che i valori di questi ormoni, non scendano mai sotto il livello di guardia, la gravidanza può procedere senza particolari disturbi. Il feto non necessita di esami particolari, l’unica conseguenza potrebbe essere un ridotto accrescimento nell’utero, da monitorare con ecografie fino al termine della gravidanza.
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