Salute e benessere
I sintomi della febbre reumatica nei bambini e le cure più efficaci
La febbre reumatica nei bambini è una complicanza provocata da una infezione da Streptococco non curata. Vediamo i sintomi e come intervenire
La febbre reumatica, sintomi di una infiammazione delle articolazioni (artrite), nei bambini è in genere originata da un‘infezione da Streptococco beta-emolitico di tipo A, ovvero quel bacillo responsabile di provocare le più comuni affezioni alla gola e alle prime vie respiratorie.
Quando l’infezione primaria da Streptococco non viene diagnosticata e quindi curata con gli antibiotici adeguati e debellare il germe, quest’ultimo, spesso in modo asintomatico, può provocare malattie diverse rispetto a quella originaria.
Migrando in altri distretti del corpo, lo Streptococco può quindi innescare una infiammazione sistemica acuta chiamata malattia reumatica, o febbre reumatica, o reumatismo articolare acuto. Non solo le articolazioni sono interessate da questa infiammazione, ma anche il cuore, la pelle e il sistema nervoso.
In realtà ad estendere a aggravare l’infiammazione, ci pensa il sistema immunitario stesso del bambino, che a contatto con il microrganismo patogeno finisce per innescare una reazione autoimmune contro gli organi e i tessuti sani del corpo perché gli anticorpi vengono “ingannati” dal batterio. I sintomi della febbre reumatica si manifestano entro 5 settimane dal contagio, e sono i seguenti:
- Artrite, con flogosi doloroso delle articolazioni – soprattutto ginocchia e caviglie – che diventano gonfie, cade e arrossate
- Nelle zone articolari, sottocute, si formano anche dei piccoli noduli arrossati
- Comparsa di un eritema sul torace e sugli arti
- Febbre
- Mal di pancia
- Malessere generale e debolezza
- Corea (movimenti involontari del viso e della mani)
Questi sintomi devono certo allarmare i genitori, e spingere ad un controllo medico accurato. La diagnosi di malattia reumatica da Streptococco si effettua innanzi tutto attraverso una visita diretta del piccolo paziente volta a riscontrare i diversi sintomi, e successivamente la conferma giunge attraverso esami di laboratorio (rilevazione dei valori ematici di VES, Proteina C reattiva e TAS e tampone orofaringeo), ed elettrocardiogramma per evidenziare l’infiammazione del cuore (cardite).
La terapia per questa particolare malattia infettiva con complicanza autoimmune consta nella somministrazione di antinfiammatori anche cortisonici, e soprattutto in una profilassi antibiotica nati-streptococchica da proseguirsi per un periodo lungo di tempo. Dopo la prima terapia d’urto, infatti, è bene continuare a iniettare per via intramuscolare una dose di antibiotico (in genere penicillina) una volta al mese, per prevenire eventuali recidive (facili quando entra in gioco lo Streptococco).
A seconda della gravità della malattia, questa terapia antibiotica preventiva potrà essere proseguita anche per tutta la vita del paziente, e come minimo per 5 anni dopo l’attacco. Inoltre, se l’infiammazione al cuore è stata severa, il bambino dovrà sottoporsi a costanti controlli cardiologici e assumere antibiotici prima di qualunque intervento ai denti.
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Foto| via Pinterest