Cronaca
Fecondazione eterologa, le Linee guida previste dalla legge italiana
Diamo uno sguardo, in anteprima, alle Linee guida previste dalla “nuova” legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, in materia di fecondazione eterologa
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Dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha finalmente modificato la controversa Legge 40 (sulla procreazione medicalmente assistita), aprendo alla fecondazione eterologa, ora i ginecologi italiani attendono la pubblicazione delle Linee guida necessarie per applicare la nuova normativa in modo coerente e soprattutto omogeneo nel territorio italiano.
Nessuna “giungla” di donazioni, dunque, ma un vademecum uguale per tutti. Ebbene, un’anteprima di questo decalogo così atteso è stata fornita in occasione congresso europeo dell’Eshre in corso a Monaco.
Le Linee guida servono a fornire indicazioni di carattere prettamente medico a proposito di donazione di ovuli e sperma, mentre le questioni più prettamente etiche, oppure alcuni limiti (come quelli di età delle donatrici), dovranno essere stabiliti dal Parlamento. Vediamo alcune delle novità che sono trapelate.
- La donazione degli ovuli da parte delle donne ( e dello sperma d aparte degli uomini) sarà protetto dal diritto dell’anonimato
- E’ stato previsto un counseling psicologico sia per le donne donatrici che per le riceventi (soprattutto per le donne che diventeranno mamme con ovuli donati)
- Sebbene la questione legata ai limiti di età per la donazione degli ovuli dipenda, come abbiamo detto, da ciò che deciderà il Parlamento italiano, i medici consigliano di non superare i 50 anni
- Potrebbe esser stabilito, così come già accade in altri Paesi, tra cui la Spagna (in cui la fecondazione eterologa è stata “sdoganata” da tempo), un risarcimento in denaro per le donatrici
Questo potrebbe diventare un importante incentivo alla donazione soprattutto per le donne giovani e senza problemi di fertilità, i cui ovuli sono, naturalmente, tanto più ricercati. Al momento, infatti, poiché nella normativa precedente non era previsto nessun tipo di compenso, le donatrici erano soprattutto donne che già si sottoponevano alle tecniche di procreazione assistita e avevano prodotto ovuli in soprannumero.
A proposito di incentivo, e quindi di rimborso, questo sarebbe tanto più auspicabile in caso di donazione e seguito (o prima di) cure chemioterapiche, menopausa precoce o malattie genetiche, in modo da far rientrare questa pratica all’interno dei LEA, Livelli di Assistenza Minima.
C’è, a tal proposito, come rilevato amaramente dal dottor Paolo Emanuele Levi Setti, direttore dell’Humanitas Fertility Center di Milano, poca disponibilità da parte del Servizio sanitario regionale, tanto che già la Puglia e la Sicilia hanno annunciato che non rimborseranno le spese per le coppie che ricorreranno all’eterologa.
Ad ogni modo, attendiamo che la nuova normativa cominci ad essere applicata per vedere anche come verrà modulata da regione a regione in base alle Linee guida complete che a breve verranno diramate ufficialmente.
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Foto| via Pinterest