Salute e benessere
La sordità neonatale, i sintomi e le cure
La sordità neonatale e l’ipoacusia, nel neonato può avere diversi gradi di gravità e diverse cause. Vediamo come si diagnostica e le terapie disponibili
La sordità del neonato, o ipoacusia, può essere congenita o acquisita, avere diversi gradi di gravità ed essere associata, o meno, a ritardo mentale.
In ogni caso, è importante effettuare una diagnosi precoce per poter iniziare subito una terapia auditiva adatta al caso. I bambini, tutti, vengono sottoposti entro il primo anno di vita ad un test dell’udito chiamato Boel test, che valuta, attraverso il comportamento e le reazioni del neonato a stimoli sonori di vario tipo, se le sue orecchie funzionano a dovere. Il bambino sordo non risponde agli stimoli, non si gira verso l’oggetto che produce il rumore (in genere campanellini), non si spaventa se si producono suoni improvvisi alle sue spalle.
Tuttavia, prima di questo esame che si esegue tra i sei e gli otto mesi del bebè, per accertare che il piccolo non abbia problemi auditivi seri, soprattutto se a rischio (è il caso dei prematuri), in molti reparti di neonatologia italiani (purtroppo non in tutti perché non è un protocollo obbligatorio), si effettua un primo test audiometrico detto “a otoemissioni“.
E’ un esame semplice e non invasivo che si esegue con uno strumento provvisto di microfono che si inserisce nell’orecchio del neonato come un termometro e rileva il suono generato dalla coclea (ossicino dell’orecchio interno) a seguito di stimoli sonori esterni.
La sordità del neonato può essere congenita, in questo caso colpisce 1 bambino ogni mille nati circa, e avare cause ereditarie o cromosomiche, oppure essersi verificata a seguito di malattie infettive contratte dalla madre in gravidanza, come la rosolia, il citomegalovirus, l’herpes virus o la toxoplasmosi.
Il neonato può infine subire un danno auricolare durante il parto, ovvero in fase perinatale, spesso per mancanza di ossigeno o ittero. Alla sordità in questi casi può essere anche associato un ritardo mentale o altre disabilità più o meno gravi. Un neonato può, però, diventare sordo o avere una riduzione anche importante della capacità auditiva (ipoacusia, a sua volta lieve o profonda), anche dopo la nascita, in genere intorno ai 3-4 mesi di vita (la fase più a rischio).
In questo a caso a provocare il deficit possono essere malattie come la meningite, ma anche parotite (orecchioni), o morbillo, ma in questi due ultimi casi si tratta di eventualità molto rare. Sempre come eventi estremamente rari, ma possibili, si segnalano casi di sordità neonatale acquisita a seguito dell’assunzione di farmaci. Quali sono le terapie disponibili per il trattamento della sordità neonatale?
In genere, se lo screening neonatale precoce ha evidenziato una sordità o una ipoacusia importante, e quindi tale da compromettere lo sviluppo futuro del linguaggio, si corregge con l’ausilio di protesi acustiche che il bambino deve abituarsi ad usare. Queste protesi vanno studiate e messe a punto dall’audiologo in base al danno del bambino.
Altra soluzione, da praticarsi nel neonato tra i 12 e i 24 mesi che sia affetto da sordità profonda bilaterale è l’inserimento di una protesi cocleare all’interno dell’orecchio, un intervento complesso che in pratica dota il piccolo paziente di una sorta di orecchio “bionico”.
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Foto| via Pinterest