Crescita
Aiuto, mio figlio si rifiuta di fare i compiti
Fare i compiti è faticoso, a volte noioso, e molti bambini si rifiutano di studiare a casa esasperando i genitori. Vediamo come aiutarli a diventare più diligenti
Diciamoci la verità, i bambini che fanno i compiti volentieri sono “beste” rare, la maggior parte si “piega” a questa incombenza solo dietro piccoli ricatti e trucchetti messi in atto dai genitori per stimolarli a fare il loro “dovere”.
Vero è che non tutti i compiti sono uguali, i bambini e gli adolescenti tendono a fare con piacere, o comunque non controvoglia quelli delle materie preferite, mentre gli altri li rimandano o li “liquidano” il prima possibile mettendoci poco impegno.
Molti bambini, soprattutto nei primi anni della scuola elementare, però, non si limitano a fare un po’ di capricci e a prolungare il momento dello svago post prandiale prima di rassegnarsi e mettersi sotto a studiare, ma inscenano delle vere e proprie tragedie greche, con pianti e strazianti lamenti, che alla fine sfiancano i genitori.
Come si fa a stimolare un bambino a tal punto recalcitrante, che manifesta un’avversione profonda o un totale disinteresse nei confronti dei compiti a casa, a modificare il proprio atteggiamento? Per prima cosa, bisogna indagare le cause del rifiuto. Parlare con gli insegnanti per capire come si comporta il bambino in classe è il primo step.
Potremmo scoprire, ad esempio, che soffre di qualche problema di apprendimento e che i suoi non sono capricci ma richieste di aiuto vero e proprio. Un bambino dislessico, o che soffra di discalculia, ad esempio, avrà serie difficoltà a fare i suoi compiti a casa in modo “tradizionale”, necessitando invece di un approccio individuale diverso, e di metodi di studio e di strumenti didattici adatti a superare il suo problema.
Se, invece, le ragioni del rifiuto sono piuttosto legate all’immaturità e allo scarso interesse per la scuola, allora bisognerà agire in modo strategico su diversi fronti. Ecco qualche consiglio.
- Creare un ambiente consono allo studio. Ogni bambino che cominci la scuola deve avere un suo proprio spazio che stimoli allo studio e faciliti la concentrazione. Quindi non il tavolo di cucina, non la sala comune, magari con la tv accesa di sottofondo, ma un angolo tutto suo, silenzioso, luminoso, che non possa essere “invaso” da elementi di disturbo (inclusi fratellini minori). Bastano un tavolino con la sua sedia e uno scaffale che funga da libreria dove il bambino possa sistemare tutto il materiale scolastico (e solo quello) in modo ordinato. Ricordate che la luce è molto importante, quindi dotate la scrivania anche di una buona lampada da tavolo
- Stabilire delle regole. I compiti vanno fatti sempre alla stessa ora, non si transige. Meglio se nel primo pomeriggio (non a tarda sera!), dopo una mezz’oretta di relax postprandiale, e prima delle televisione, che deve diventare una sorta di “premio”. Una piccola pausa può essere rappresentata dalla merenda
- Studiare con un amico. Può essere una bella soluzione da “sperimentare”. Talvolta due bambini capricciosi, che tendono a distrarsi, messi insieme a studiare riescono a stimolarsi l’un l’altro molto bene. Ricordate, però, di controllare che studino davvero!
- Studiare con loro. Talvolta i bambini hanno qualche difficoltà con alcune materie o esercizi specifici, e si vergognano di dirlo. Perciò è bene che soprattutto i primi tempi almeno uno dei genitori o un adulto stiano a disposizione per eventuali e puntuali aiuti
- Lodarli. Un bel rinforzo è necessario quando i bambini fanno bene i loro compiti, aumenta la loro autostima, li gratifica e li stimola a fare sempre meglio. Perciò… siate molto generosi con i complimenti per una ricerca ben fatta o una lezione imparata a puntino
- Promesse mantenute. Fate dei patti con i vostri bambini. Promettete loro (e mantenete), che se faranno bene i loro compiti per tutta la settimana, avranno un premio, come una gita, una pizzata di famiglia, un nuovo videogioco, o qualunque cosa possa renderli felici
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Foto| via Pinterest