Crescita
I disturbi del sonno in età pediatrica, come riconoscerli?
Insonnia, risvegli notturni, incubi… sono diversi i disturbi del sonno che possono affliggere i bambini. Vediamo i principali e come riconoscerli
I bambini che soffrono di disturbi del sonno, pur senza soffrire di patologie neurologiche specifiche, sono tanti e, a quanto pare, si tratta di un fenomeno in aumento.
Insonnia e risvegli notturni in età pediatrica sono spesso legati ad una cattiva igiene del sonno. Tra le cattive abitudini che possono compromettere la quantità e la qualità del sonno infantile ci sono il restare troppo a lungo svegli la sera (magari per guardare la televisione), l’assumere di bevande eccitanti (come le cole), le cene troppo pesanti e consumate poco prima di dell’ora della nanna, la presenza di apparecchi elettromagnetici nella cameretta che possono disturbare l’addormentamento.
In età neonatale i bambini possono manifestare piccole alterazioni dei ritmi circadiani, quell'”orologio interno” che regola l’alternanza sonno-veglia, mentre quando sono più grandicelli possono soffrire di incubi o di ansia e fobie che producono risvegli notturni o impediscono di prendere sonno. Ma vediamo un elenco dei principali disturbi del sonno in età pediatrica con i sintomi correlati per poter essere correttamente riconosciuti dalle mamme e dai papà:
- Insonnia: durata del sonno ridotta rispetto alle esigenze del bambino. Risvegli notturni, sonno disturbato e difficoltà nell’addormentamento. Tra le cause c’è quasi sempre una cattiva igiene del sonno e, spesso, sonnellini pomeridiani troppo lunghi
- Sonnambulismo: si manifesta tra i 5 e i 12 anni e ne soffre circa il 15% dei bambini. In modo del tutto automatico, e senza svegliarsi, il piccolo sonnambulo si alza e compie qualche gesto di routine che dura pochi minuti, come mimare l’atto di vestirsi o andare verso la cucina. Il fenomeno può presentarsi ogni notte o sporadicamente, e al mattino il bambino non ricorda nulla. Il bambino sonnambulo non va svegliato ma dolcemente preso per mano e riportato a letto, dove continuerà a dormire. Gli episodi regrediscono e scompaiono con la crescita
- Ipersonnia: il bambino dorme troppo, e in questi casi ci possono essere delle patologie neurologiche all’origine, come la narcolessia o la sindrome di Kleine Levin (ipersonnia-bulimia). Il bambino narcolettico tende ad addormentarsi di giorno quando è in fase di relax o svolge compiti automatici, e in genere schiaccia diversi sonnellini di circa 15 minuti al giorno, pur dormendo regolamentante di notte. Nella sindrome di Kleine Levin, invece, il bambino può dormire per giorni interi, e in questo caso manifesta anche delle turbe del comportamento
- Pavor nocturnus: Si manifesta nei bambini tra i 4 e i 12 anni. Il piccolo si sveglia nella prima parte della notte, si siede nel letto e piange disperato, o strilla di paura richiamando l’attenzione dei genitori. Il suo sguardo è fisso e il suo terrore non si attenua con le coccole. Gli episodi di pavor nocturnus durano circa 20 minuti, poi il bambino si riaddormenta e al mattino non ricorda nulla. Il disturbo sparisce con l’età
- Incubi notturni: il bambino (da 1 a 12 anni) viene svegliato da un incubo che lo spaventa, e che è in grado di raccontare. E’ sensibile alle coccole dei genitori, e una volta rassicurato si riaddormenta. Al mattino ricorda bene l’accaduto
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Foto| via Pinterest