Gravidanza
Il concepimento: come l’ovulo maturo viene fecondato e diventa embrione
Il concepimento è quel piccolo miracolo biologico da cui scaturisce la vita. Si verifica quando l’ovocita maturo prodotto dall’ovaia femminile viene fecondato dallo spermatozoo dell’uomo. Vediamo come avviene questo processo
Il concepimento è l’inizio di una gravidanza, un piccolo miracolo biologico che permette il perpetuarsi della vita. Attraverso l’incontro tra i gameti femminili e quelli maschili, infatti, si attua il processo di riproduzione umana, che tutti ben conosciamo ma, forse non in modo molto preciso.
Esattamente, cosa accade nel momento in cui lo spermatozoo maschile riesce a fecondare l’ovocita maturo femminile? Quando si può cominciare a parlare di feto? Domande a cui non sempre sappiamo dare una risposta.
Per comprendere quale complesso processo biologico si inneschi quando nel corpo femminile comincia svilupparsi una nuova vita, dobbiamo partire a monte, ovvero da cosa accade nell’apparato riproduttivo di una donna fertile prima del concepimento. Ogni donna, infatti, è provvista di un “corredo” di ovuli, grosse cellule contenenti i gameti femminili, ovvero il corredo cromosomico (22 cromosomi autosomici e uno sessuale identificato dalla coppia X-X), che vengono prodotti dalle ovaie durante il ciclo ovulatorio.
Dopo ogni mestruazione, le ovaie femminili cominciano a far maturare diversi ovociti in quella che viene definita fase follicolare, che dura più o meno 15 giorni (con qualche differenza tra donna e donna). Al termine del processo di maturazione, in modo del tutto casuale, una delle due ovaie espelle un ovulo maturo, nei giorni dell’ovulazione.
Questo fenomeno ha sintomi precisi e una durata di circa 2-3 giorni, quelli in cui la donna è in assoluto più fertile. Perdite di muco cervicale dall’aspetto filamentoso e trasparente (simile a chiara d’uovo), piccole fitte in corrispondenza delle ovaie e, in qualche caso, seno più turgido e sensibile, sono alcuni dei tipici segnali di un’ovulazione in atto.
In questi giorni, se la donna ha rapporti sessuali non protetti, e non esistono impedimenti organici o meccanici di sorta, è altamente probabile che resti incinta. Il suo ovulo maturo, dopo essere stato espulso dall’ovaia, si porta in una delle tube di Falloppio, condotti che collegano ciascuna ovaia all’utero.
Durante il rapporto sessuale, in fase di eiaculazione, l’uomo emette milioni di spermatozoi (in media 400), piccolissime cellule dotate di codina, che contengono i gameti maschili con un corredo di 22 cromosomi autosomici e un sessuale rappresentato dalla coppia X-Y.
Il flusso spermatico viene proiettato direttamente verso l’utero, e gli spermatozoi cercano di risalire verso l’ovocita per fecondarlo, aiutati dal fluido vaginale e da quello spermatico stesso, in cui sono presenti le prostaglandine, sostanze che permettono al collo dell’utero di contrarsi per accelerare la risalita delle cellule maschili.
Come spesso rappresentato in modo divertente nei film e nei documentari, questa sorta di “corsa” miete tante vittime, nel senso che poi sono pochi gli spermatozoi che effettivamente riescono a raggiungere l’ovulo. Gli spermatozoi possono rimanere vivi fino a 3-4 giorni nel corpo femminile, sistemandosi lungo le pareti cervicali, ma solo nei giorni dell’ovulazione.
Tuttavia, a raggiungere l’ovulo saranno tutto sommato in pochi, si stima, in media, circa 200, da milioni che erano. A questo punto, il “fortunato” potrà introdursi dentro l’ovulo attraverso un processo chiamato reazione acromiale. Dobbiamo considerare che la cellula uovo femminile è rivestita da uno strato membranoso spesso, e in particolare lo spermatozoo deve superare lo strato pellucido, in cui è presente una glicoproteina (ZP3).
Lo spermatozoo a sua volta è dotato di enzimi in grado di sciogliere la membrana dell’ovulo e quindi di introdursi all’interno e innescare il processo di fusione delle membrane cellulari. Il concepimento, a questo punto, è cominciato. Nell’ovulo avvengono delle reazioni che impediscano che altri spermatozoi si introducano al suo interno, e i due DNA, quello maschile e quello femminile, si mescolano dando luogo alla prima cellula del bambino, detta zigote.
In questa fase si determina anche il sesso del nascituro, perché se lo spermatozoo maschile dona la Y della sua coppia di cromosomi sessuali, il bimbo sarà maschio, de dona la sua X, allora sarà femmina perché il cromosoma sessuale femminile ha solo il cromosoma X. Quando si trova ancora nell’ampolla tubarica, lo zigote comincia a duplicarsi e moltiplicarsi (dividendosi in due, poi in quattro, poi in otto eccetera), permanendo nella tuba per 3-5 giorni.
Lo zigote, ormai diventato morula (composta da circa 14-16 cellule), comincia quindi a migrare verso l’utero per potersi annidare. A questo punto parliamo già di embrione, che giunto all’interno della cavità uterina vi si annida continuando la sua incessante moltiplicazione cellulare e il suo sviluppo. Dopo nove mesi-40 settimane, questo piccolo agglomerato di cellule sarà un bambino perfettamente formato.
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Foto| via Pinterest