Educazione
Come educare i bambini alla solidarietà verso i meno fortunati
Educare il bambino a essere solidali con prossimo è faticoso ma anche importantissimo per crescer adulti comprensivi e rispettosi.
Educare i bambini alla solidarietà non è facilissimo, soprattutto perché da piccoli si attraversa una fase di possesso che deve essere smussata quanto più possibile. Come si fa a far capire al bimbo che ci sono pupi meno fortunati di lui, che non hanno tutti quei giochi, l’affetto della famiglia, un piatto caldo e un letto pulito dove dormire?
I bambini non hanno colpe e non sono responsabili delle scelte dei genitori, sia che vivano in povertà sia che vivano in ricchezza. Quello che però bisogna far capire fin da subito è che essere benestanti non è un merito, non è un pregio o una virtù, è solo una fortuna, un privilegio. Come si fa? Prima di tutto insegnando il rispetto per le cose: i giochi non vanno distrutti, vanno riordinati tutte le sere e possibilmente condivisi.
Ciò vuol dire, anche per i genitori, fare un piccolo sforzo e invitare spesso bambini a casa per farli giocare insieme. Quando il piccolo è diventato grande e alcune cose non le usa più, dovete con lui regalarle a qualcuno, per esempio a un asilo, alla sala giochi di un ospedale o a un’associazione che assiste bambini. Insegniamo il bimbo a offrire ciò che ha: ciò vuol dire che quando mangia in pubblico, deve chiedere all’amichetto o all’ospite presente se desidera qualcosa?
E poi parliamogli di tutti quei bimbi che non hanno famiglia, che non hanno una casa o cibo tutti i giorni. Potreste fare un’adozione a distanza e scrivere con lui le lettere al fratellino adottivo.