Crescita
Bambini disubbidienti o solo bambini poco ascoltati?
I bambini monelli e capricciosi, che non seguono le regole imposte dai genitori sono solo disubbidienti, o stanno cercando di attirare l’attenzione di mamma e papà? Scopriamo cosa dicono gli psicologi infantili
Se il proprio bambino è disubbidiente significa che i suoi genitori non lo sanno educare? E viceversa: bravi genitori hanno figli giudiziosi e ubbidienti? Le cose non sono mai così automatiche e semplici quando si parla di figli e di educazione, perché dobbiamo sempre considerare che ogni bambino è una persona a sé, con il suo carattere e le sue peculiarità, pertanto anche le reazioni alle regole imposte da mamma e papà sono diverse. Detto questo, ci sono alcuni segnali che i nostri piccoli ci lanciano che dovrebbero sempre essere ascoltati, e, prima accora, compresi.
Ad esempio, proprio la disubbidienza, intesa come atteggiamento “contro” a prescindere, come costante violazione delle regole imposte, e come manifestazione di ribellione, potrebbe non essere solo una espressione caratteriale, ma un modo un po’ scomposto che il bambino mette in atto per attirare l’attenzione dei suoi genitori. Se un bambino si sente trascurato, poco ascoltato e compreso, può usare ogni strumento a sua disposizione per essere preso in considerazione da mamma e papà.
Alcuni bambini diventano più che mai capricciosi, urlano, piangono, fanno le marachelle, oppure, semplicemente, non fanno quello che viene richiesto loro, diventano disubbidienti. La disubbidienza, se ci pensiamo, è una forma di ribellione, di protesta, è uno strumento per affermare se stessi e per pretendere attenzione.
I bambini remissivi, che fanno tutto quello che i loro genitori dicono loro, non necessariamente sono bambini “bravi”, perché potrebbero avere lo stesso problema dei coetanei disubbidienti e usare il comportamento corretto, impeccabile per ottenere il plauso e l’affetto di mamma e papà. Pertanto, non crucciamoci se i nostri bimbi violano le regole e non ci ascoltano, perché forse dobbiamo essere noi ad ascoltarli. Ecco qualche consiglio.
- Non urlate mai con i bambini anche se loro urlano e appaiono aggressivi. Abbassate il tono di voce, ponetevi alla loro altezza (occhi negli occhi), cercate un contatto fisico (ad esempio prendetegli la mano), e parlategli con tono calmo e sicuro
- Chiedete ai vostri bimbi la ragione per cui non hanno ubbidito alle vostre richieste (Es.: “Perché non hai fatto i compiti“?, oppure: “Perché non hai messo a posto i tuoi giochi?”), con tono non inquisitorio ma fermo
- Scrivete le regole della casa con i vostri bambini e fate in modo che le comprendano e le accettino
- Ritagliatevi nella settimana dei momenti da trascorrere soli con i vostri figli per delle attività da fare insieme che diventino un piccolo rito (cinema, passeggiata con gelato, un gioco a casa, una partita di pallone eccetera)
- Non minacciate un bambino disubbidiente, ma avvisatelo che ogni volta che violerà una regola importante dovrà fare i conti con le conseguenze (che stabilirete prima, del tipo niente tv per una settimana)
- Premiate i comportanti “virtuosi” e rinforzate la loro autostima ogni volta che svolgono bene un compito che gli avete richiesto
- Responsabilizzateli, chiedendo loro di aiutarvi a fare qualcosa facendo capire che ne avete bisogno. Dopo, ringraziateli
- Non lesinate le coccole, i bimbi hanno sempre bisogno di sentirsi amati e rispettati
- A tavola spegnete la tv e parlate con i vostri figli, raccontate loro la vostra giornata e siate pronti ad ascoltare i loro racconto, a rispondere alle loro domande
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Foto| via Pinterest