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Crescita

Il rifiuto della mamma, perché accade ad alcuni bambini?

Il rifiuto della mamma può avvenire nei bambini piccoli, fino ai due anni. Ma perché si manifesta questa reazione nei confronti solo della figura materna? Quali sono i meccanismi che si innescano nei piccoli?

Il rifiuto della mamma da parte di bambini intorno ai due anni deve preoccuparci oppure si tratta di una normale fase di crescita? Sicuramente arriva un periodo nelle vita di ogni bambino nel quale il rapporto di “simbiosi” con la mamma, derivante dal parto e dall’allattamento al seno esclusivo (se è stato possibile), comincia a incrinarsi un po’. Il bambino comincia ad esplorare il mondo, a voler diventare autonomo, a cercare attenzioni anche in altre figure, come il papà o i nonni.

Il rifiuto della mamma da parte del bambino non deve essere interpretato come un “non mi vuole più bene”, piuttosto deve essere analizzato, per poter capire cosa ci vuole comunicare il nostro piccolo con questo atteggiamento, che si manifesta solitamente con la scarsa attenzione riservata alla mamma, la ribellione quando la mamma si avvicina per coccolare i piccoli o quando lei dice di no, il rifugio nel papà o in un’altra figura di riferimento che magari è meno incline a dirgli di no.

A volte il rifiuto della mamma è solo un modo per imporre la propria personalità, ma talvolta è un atteggiamento di rabbia per una situazione che è cambiata e che magari il piccolo non ha ancora assimilato: il ritorno al lavoro della mamma, la nascita di un fratellino, ma anche altri piccoli o grandi cambiamenti che possono turbare il piccolo. Anche il fatto che la mamma spesso è il genitore che dice più no può influire sul rifiuto del bambino.

Cosa fare? Sicuramente bisogna rimanere in ascolto del bambino, capire le sue ragioni, cercare di adattare la presenza della mamma alle reali esigenze del piccolo. Si può anche provare l’inversione dei ruoli con il papà, invitandolo a dire più no e a non interpretare solo il ruolo del genitore che lo fa giocare e lo porta a spasso. Se la situazione dovesse peggiorare o diventare insostenibile per la famiglia, meglio consultare una psicologa che saprà aiutare tutti in questo delicato passaggio della crescita.

Via | Guidapsicologi

Foto | da Flickr di 1uk3

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