Crescita
Le prime parole del bambino: quando inizia a parlare
Scopriamo le tappe dell’apprendimento del linguaggio nel bambino e quando inizia a dire le prime parole
Le prime parole del bambino sono un evento che i genitori aspettano con trepidazione e che viene sempre festeggiato come un piccolo miracolo. Di solito la prima parolina che il bebè pronuncia è “mamma”, ma tra i primi vocaboli appresi ci sono anche “pappa”, “papà” (o “babbo”), “mio” eccetera.
Detto questo, qual è la tempistica normale in cui si situa l’acquisizione di questa abilità? Ebbene, non esiste una regola fossa, non ci sono tempi univoci per tutti i bambini, diciamo che dalla nascita ai 3 anni di vita (oltre, naturalmente, ci può essere il sospetto di una patologia o di un deficit), il bambino si crea il suo primo vocabolario che può essere più o meno ricco a seconda degli stimoli a cui viene sottoposto.
I bebè precoci nell’acquisizione del linguaggio sono in genere piccoli che vengono molto stimolati dai genitori, con la lettura di fiabe, con giochi di parole ma anche solo perché i familiari parlano con loro pronunciando in modo chiaro e comprensibile le parole. Detto questo, diciamo che esistono delle tappe che seppur con molte differenze individuali tutti i bambini attraversano. La prima è la fase della “lallazione”, in cui i bimbi intorno si 6 mesi balbettano e pronunciano gruppi di sillabe ripetute (anche prive di senso).
Da questa fase si arriva, intorno ai 12 mesi circa (ma può accadere prima oppure dopo), alle prime parole comprensibili, tra cui la tanto attesa “mamma”. Da quel momento in avanti il processo di apprendimento si fa rapido e il bambino a fine anno non solo conosce tanti vocaboli, ma pronuncia frasi di senso e comprende quanto gli vien detto o chiesto (naturalmente parliamo di concetti semplici e istruzioni che siano alla sua portata).
A 3 anni circa un bambino normale ha un vocabolario di oltre 400 parole ed è pronto per iniziare la scuola materna ed, eventualmente, per imparare l’alfabeto e cominciare ad approcciarsi alla lettura. Eventuali ritardi nello sviluppo del linguaggio sono in genere imputabili ad una scarsa stimolazione esterna, perché il bambino è una spugna e apprende tanto più rapidamente quanto più “materiale” da apprendere gli viene fornito.
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Foto| via Pinterest