Gravidanza
Aborto ritenuto e nuova gravidanza, i tempi e le controindicazioni
Un aborto ritenuto, o interno, prevede un raschiamento per l’eliminazione degli annessi embrionali, ma quanto bisogna attendere dopo l’intervento per provare a restare di nuovo incinta?
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Dopo l’esperienza di un aborto spontaneo molte donne cercando subito una nuova gravidanza, ma quali sono i tempi fisiologici giusti per provare a restare di nuovo incinta? La risposta dipende dal tipo e dai tempi dell’aborto.
Un aborto ritenuto, o interno, anche se precoce, ovvero che si verifichi entro la quinta settimana di gestazione, prevedere un piccolo intervento chiamato raschiamento, che si esegue in anestesia generale per via transvaginale allo scopo di ripulire l’utero da tutti gli annessi embrionali e placentari affinché non si infettino.
Questo intervento talvolta è necessario anche in caso di aborto incompleto, in cui la donna abbia espulso solo una parte del prodotto del concepimento. Questa esperienza (aborto+raschiamento) è sempre un po’ traumatica per ogni donna, ed ecco che per cercare di “dimenticarla” il prima possibile, si cerca di compensare il dolore per la perdita cercando quanto prima la gioia di una nuova gravidanza, con la speranza che stavolta vada a buon fine.
Si tratta di un desiderio del tutto naturale, e dal momento che l’aborto spontaneo è un evento che può sempre capitare anche alla donna più forte e sana (si stima che la percentuale di gravidanze che si interrompono precocemente e spontaneamente sia pari al 15-20% del totale), è facile che venga seguito a stretto giro di boa da una gestazione del tutto regolare.
Detto questo, le donne che hanno avuto un raschiamento per un aborto ritenuto devono avere la pazienza di attendere un tempo tecnico affinché il loro utero sia di nuovo nelle migliori condizioni per accogliere un eventuale ovocita fecondato. Non c’è poi da aspettare molto, in genere si consigliano almeno due mesi (ovvero due cicli mestruali), prima di tentare un nuovo concepimento.
In realtà le linee guida dell’Oms consigliano di aspettare sei mesi per una nuova gravidanza, in modo da ridurre al minimo i rischi di successivo insuccesso (ad esempio gravidanza ectopica o cieca), ma non ci sono in realtà dati che ci indicano che una seconda gravidanza entro i primi sei mesi dopo un aborto sia più problematica di una che si inizia dopo.
Ergo, diciamo che la cosa migliore è quella di attendere con serenità qualche mese, riprendersi del tutto dall’intervento, e poi, con tuta calma, senza stress, provare a restare di nuovo incinta.
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Foto| via Pinterest