Cronaca
Il test del riflesso rosso nel neonato
Sono numerosi gli esami di screening neonatali e tra questi c’è il test del riflesso rosso, spesso sconosciuto ai genitori ma di fondamentale importanza per la salute dei bambini.
Il test del riflesso rosso non è un esame di routine, anche se considerato un esame di screening ed è totalmente convenzionato con il sistema sanitario (i bimbi piccoli infatti sono esenti da ticket) ed è molto importante. A che cosa serve? Serve per riconoscere delle anomalie che potrebbero mettere a rischio la vista del bambino, come la cataratta congenita, il glaucoma e il retinoblastoma. È utile anche per diagnosticare in modo preventivo anche lo strabismo e difetti di vista asimmetrici
Quando va eseguito? Il consiglio è quello di farlo nelle prime 4 settimane di vita del bambino. Ovviamente, si può fare anche dopo, ma è sconsigliato attendere troppo (non più di 16 settimane di vita) perché in caso di necessità un piccoli intervento correttivo intervenire precocemente porta sempre i risultati migliori.
Come avviene l’esame? Si deve osservare il fondo oculare dopo aver proiettato un fascio di luce nell’occhio con l’oftalmoscopio: se il riflesso rosso è ben visualizzabile e quindi presente in entrambi gli occhi, il test sarà negativo (normale). Non è un esame invasivo o pericoloso, ma è necessario dilatare le pupille, quindi l’oculista o il pediatra lascerà il piccolino in un ambiente con una luce soffusa prima di esaminare gli occhi oppure utilizzerà un collirio per la dilatazione.
L’esame in sé è velocissimo e totalmente indolore. I pediatri, inoltre, effettuano o fanno effettuare il test più volte poi nel corso dei primi tre anni di vita, perché alcune patologie come retinoblastoma avanti nel tempo.
Via | Medicina Italia
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