Salute e benessere
Ipoglicemia neonatale: sintomi, cause e trattamento
L’ipoglicemia neonatale è molto frequente alla nascita. Che cos’è esattamente e che differenza c’è tra la forma transitoria e quella persistente?
Ci sono bambini che soffrono di ipoglicemia neonatale. Che cos’è? È un abbassamento dei valori di zucchero nel sangue per ragioni organiche o esterne. Nella maggior parte dei casi si manifesta subito dopo il parto, circa 24 ore dopo. Come mai? Molto spesso il piccolino non riesce immediatamente ad attaccarsi al seno o magari alla mamma non arriva immediatamente il latte, ne consegue che a causa di un digiuno prolungato, infezioni, stress (come il parto) ma anche delle limitate riserve di glicogeno epatico e a causa dell’immaturità dei sistemi di produzione energetica, potrebbe crearsi una situazione di ipoglicemia transitoria.
Si diagnostica quando la glicemia scende sotto di 50 mg/dl. Parliamo invece di ipoglicemia persistente in caso di iperinsulinismo congenito, ridotta produzione di ormoni iperglicemizzanti e difetti congeniti del metabolismo. Quali sono i sintomi? Il piccolino o la piccolina (in epoca neonatale) non avendo riserve energetiche può manifestare stanchezza, sonno persistente, ma anche tremori, irritabilità, pianto lamentoso, ipotonia, cianosi, vomito, difficoltà ad alimentarsi, spasmi muscolari, convulsioni e coma.
È molto importante quindi che sia diagnosticata tempestivamente. Di solito i neonati vengono ricoverati in neonatologia per la somministrazione endovenosa di glucosio. Se si tratta di una forma transitoria, molto spesso alla mamma viene data anche un’aggiunta di latte, in attesa della montata lattea, in modo tale che il piccolo riesca ad alimentarsi e soprattutto il glucosio si mantenga sempre nei parametri.
Via | Ospedale Bambin Gesù
Foto | Pinterest