Salute e benessere
Dilatazione del bacinetto renale nel neonato, quando preoccuparsi?
La dilatazione dei bacinetti renali è una piccola malformazione parafisiologica, quando bisogna però preoccuparsi e rivolgersi al medico?
La dilatazione del bacinetto renale è una piccola malformazione che spesso viene diagnosticata durante la gravidanza e che si risolve se non al parto, durante i primi anni di crescita. I termini scientifici sono idronefrosi o, più correttamente, la pielectasia. Come si riconosce? In realtà, nella maggior parte dei casi, il piccolo non avverte nessun problema. Di solito viene diagnosticata solo con un esame ecografico.
Se durante la gestazione, la mamma non è già stata avvertita questa piccola malformazione, il pediatra prescrive un’ecografia in caso di infezioni alla vie urinarie. Attualmente si parla di pielectasia prenatale quando il diametro antero-posteriore del bacinetto renale è maggiore di 5mm. È questo il valore da tenere in considerazione. Se la diagnosi indica una dilatazione inferiore, viene definita parafisiologica. Resta il fatto che il 95 percento dei bambini nati con dilatazione del bacinetto inferiore a 1 cm non avrà problemi urologici.
Quali sono gli esami consigliati? Il protocollo prevede la cistoscintigrafia diretta o indiretta, che serve per verificare la presenza di reflusso di urina. Nel primo caso si utilizza un mezzo di contrasto che verrà fatto fluire in vescica attraverso un catetere, nel secondo invece sarà iniettato in vena.
Questa piccola malformazione non è una patologia e, se non ci sono dilatazioni gravi, la terapia consiste nel monitorare una volta l’anno con un’ecografia lo sviluppo dei reni. In caso di una dilatazione importante, il medico di solito prescrive una profilassi antibiotica per tenere il bimbo al riparo da eventuali infezioni alle vie urinari. Esiste poi anche una via chirurgica, che è considerata risolutiva nel 90 percento dei casi più gravi.
Via | Hsr
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