Scuola
La filastrocca di Diego: “Ti chiamano corona ma tu non sei un re”
La maestra assegna i compiti da Whastapp e il piccolo Diego scrive una filastrocca dedicata al Coronavirus.
Tutta l’Italia è diventata zona rossa ed è bloccata dal Coronavirus, tutti abbiamo paura e allo stesso tempo ci ritroviamo con i bambini a casa e le giornate da riempire. Le maestre cercano di mantenere una continuità scolastica tramite internet e Whatsapp, ma non è facile. In Sardegna una maestra ha assegnato agli alunni il compito di scrivere una filastrocca, il piccolo Diego ne ha composta una dedicata proprio al Coronavirus, raccontandolo dal suo punto di vista.
La filastrocca è figlia del nostro tempo, perché al giorno d’oggi l’emergenza Coronavirus non risparmia nessuno, anche i bambini sanno di questo pericolo, stanno a casa e cercano di metabolizzare questa cosa a modo loro.
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Ecco il testo completo della filastrocca di Diego, un ragazzino che frequenta la prima media in Sardegna.
Etciù
“Etciù! Basta uno starnuto e tutti scappan via,
un bacio o una carezza e dritti in farmacia
Ti chiamano corona ma tu non sei un re,
sei un virus prepotente che non vale un granché.
Dicevano: “In Sardegna non arriverà”, e invece, guarda un po’, eccoti qua!
Fai un po’ paura ma forse non sai che lotteremo finché non sparirai.
E anche se non è più carnevale una mascherina dobbiamo indossare.
Pensiamo all’igiene e ci laviam le mani e cerchiamo anche di stare lontani.
Facciamo di tutto per non farci acchiappare e tu, virus, non riuscirai a infettare.
La nostra Italia si salverà e un bel lieto fine ci sarà”.
Daniela, la mamma di Diego, ha raccontato all’Unione Sarda, che questa filastrocca è stata scritta: [quote layout=”big” cite=”Daniela]“con tutta la semplicità, la positività e la speranza che solo un bambino può davvero trasmettere. Un messaggio per dire a tutti di non aver paura e, anche se ascolta tutti i giorni il tg insieme a noi, è riuscito a trasmettere la voglia di reagire”.[/quote]
I bambini come Diego vanno informati, gli si deve spiegare perché sono stati adottati questi cambiamenti e perché dobbiamo proteggerci a vicenda per sconfiggere questo virus e tornare tutti alla normalità.
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Foto | iStock