Istruzione
Cos’è l’educazione parentale e cosa prevede il Ministero dell’Istruzione
Cosa si intende per educazione parentale? Ecco cosa prevede il Ministero dell’Istruzione per i genitori che scelgono di non mandare a scuola i bambini e di istruirli a casa.
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Che cos’è l’educazione parentale? Cosa vuol dire istruzione parentale? Sempre più famiglie in Italia scelgono di avvalersi di questo metodo educativo per i propri figli: in pratica è la vecchia istruzione impartita tra le mura domestiche, senza che il bambino frequenti un istituto scolastico vero e proprio. Il Ministero dell’Istruzione, ovviamente, regola con norme ben precise questa scelta.
Chi sceglie per l'”homeschooling” lo fa perché vuole seguire in prima persona l’istruzione dei figli, senza passare per la scuola pubblica o privata e con la standardizzazione dell’apprendimento. Ai bambini viene lasciata libertà per i ritmi e i metodi di apprendimento, cercando di valorizzare concretamente i talenti del bambino. Altre volte si opta per questa modalità per questioni di salute o logistiche, ma anche per una radicata sfiducia nel sistema scolastico.
La legge permette ai genitori di optare per l’educazione parentale, tra i 6 e i 16 anni, periodo in cui vale l’obbligo scolastico. Tutto deve però essere “sorvegliato” dai dirigenti scolastici del polo di appartenenza, che devono valutare se i ragazzi istruiti a casa ricevono la giusta istruzione. Scuola e comune vigilano per tutta la durata del percorso scolastico e ogni anno viene fatta una valutazione per capire se i ragazzi hanno seguito il percorso di studi previsto, ottenendo le giuste competenze nelle materie di studio.
Anche i genitori vengono valutati, per capire se effettivamente sono in grado di occuparsi dell’istruzione dei loro figli, perché ne hanno le competenze e la capacità. I genitori, però, si possono anche avvalere dell’aiuto di quelli che una volta erano chiamati “precettori”.
Per maggiori informazioni vi rimando al sito del Ministero dell’Istruzione.