Salute e benessere
Torino, vietato fumare nei giardini e nei parchi con aree giochi per bambini
I bambini potranno giocare in luoghi più puliti a Torino: la città ha vietato il fumo nei parchi e nelle zone attrezzate.
I parchi, le aree giochi per i bambini e gli spazi per l’attività sportiva saranno zone con divieto di fumo a Torino. La modifica è stata approvata dall’assessore all’Ambiente Alberto Unia e dalla giunta comunale – attraverso una modifica del Regolamento del verde pubblico e privato (l’articolo 85) che, oltre a normare gli usi e gli interventi per alberate e spazi verdi di proprietà pubblica e privata, disciplina anche i comportamenti per i frequentatori di parchi e giardini cittadini.
È una vera rivoluzione, perché trattasi di uno dei primi divieti di fumo all’aria aperta. Ovviamente questa delibera non solo tutela la salute dei piccoli, ma protegge anche l’ambiente, perché intende anche evitare che vengano gettati a terra i mozziconi vicino ai giochi e che questi possano finire nelle mani dei più piccoli.
Chi contravviene alla delibera dovrà pagare una sanzione amministrativa che può arrivare sino a 300 euro. Su Facebook, la sindaca Chiara Appendino ha così commentato:
«Vogliamo che le nostre bambine e i nostri bambini possano giocare, divertirsi e crescere in spazi salubri. Protetti da rischi reali legati al fumo passivo ma anche da rischi culturali che possano incentivare in futuro abitudini scorrete, come quella del fumo di sigaretta»
La sindaca ha inoltre ribadito i dati dell’Oms:
«Si stima che il fumo passivo causi ogni anno 603 mila morti, di cui il 28% bambini, e la perdita di 10,9 milioni di anni di vita in buona salute, di cui ben il 61% di bambini. È noto inoltre che i bambini con genitori fumatori hanno maggiore probabilità di diventare fumatori a loro volta. Per questo motivo, in linea con il programma del ministero della Salute “Guadagnare Salute”, che pone tra gli obiettivi la lotta al tabagismo, abbiamo approvato questa delibera. È un piccolo gesto che può fare molto per le prossime generazioni».