Cronaca
Mamme da legare: quel “Mamma, giochi con me?” ripetuto all’infinito
Non c’è madre (o padre) che non conosca quella frase.
Sono sotto la doccia: “Mamma, giochi con me?” Sto dormendo: “Mamma, giochi con me?” Cucino: “Mamma, giochi con me?” Sto giocando con lei: “Mamma, giochi con me?” “Amore, ma sto giocando con te!” “Devi giocare meglio”.
Non si sfugge. Devi giocare con lei. E, per carità, è una richiesta sacrosanta. Se solo non venisse ripetuta come una specie di filastrocca, della quale sembra piacere innanzitutto il suono, più che il significato. Ho ricordi abbastanza nitidi della mia infanzia, e ricordo che potevo essere altrettanto ossessiva. Mia madre ogni tanto mi implorava di chiamarla “papà”, tanto per cambiare il testo della cantilena.
Le mie deboli proteste si infrangono davanti alla sua aria da povera bambina ignorata e, così, devo trasformare ogni istante in gioco. Se faccio la doccia, devo fingermi un dinosauro sotto una cascata (allagando il bagno), se cucino, devo fingere che le sia la grande chef che mi dirige (sporcando ovunque). Naturalmente, tra qualche anno mi lamenterò del fatto che lei mi ignori. O forse farò grandi docce e grandi dormite.
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