Gravidanza
Bradicardia fetale, quali sono le conseguenze?
Battito lento nel feto: ecco cosa può comportare
Per bradicardia fetale si intende la diminuizione della frequenza del battito cardiaco del feto al di sotto dei 120 battiti al minuto per un lasso di tempo superiore ai 15 minuti. Nel caso in cui sia superiore a 160 battiti si parla, invece, di tachicardia.
In via generale i valori medi della frequenza fetale sono di circa 120 bpm a 6 settimane, 170 bpm a 9 e di 160 bpm a 11. Successivamente, intorno alla 14esima settimana, la frequenza cardiaca fetale si aggira, seppur con le dovute differenze, sui 140-150 bpm.[related layout=”big” permalink=”https://bebeblog.lndo.site/post/54013/il-battito-cardiaco-fetale-e-lento-o-assente-quando-preoccuparsi”][/related]
Le possibili cause che stanno alla base della brachicardia fetale sono la difficoltà, da parte del feto, di adattarsi all’ambiente intrauterino o una diminuizione del suo benessere in senso lato. Viene da sè che tra le conseguenze della brachicardia possa esserci una sofferenza fetale.
Fermo restando il fatto che un battito cardiaco fetale nella norma denota un indice di benessere fetale, in presenza di brachicardia (così come di aritmia fetale) è necessario tenere sotto controllo il buon andamento della gravidanza, nonchè lo stato di salute del piccolo.
Non bisogna allarmarsi, però: il battito lento del feto può essere temporaneamente causato dalla sua posizione nel pancione o da quella della mamma che, nel caso in cui si stenda supina, potrebbe provocare un rallentamento dell’afflusso della vena aorta.