Educazione
Mamme da legare: qualche consiglio per chi inizia l’inserimento all’asilo
L’anno è incominciato: vediamo se è possibile rendere l’inserimento all’asilo meno traumatico.
Primo giorno di asilo di mia figlia: era gennaio, l’11. Ha già conosciuto la maestra, sembra piacerle. La lascio un’oretta e vado via. Torno, e la trovo che gioca serena in palestra. Non ci credo, troppo bello per essere vero. E infatti… 12 gennaio: “Io all’asilo non ci vado!”
Non so come sono sopravvissuta alle successive tre settimane: grida belluine o pianti strazianti. Ogni mattina cercava di negoziare: “Senza scarpe da ballerina non ci vado!” Va bene, scarpette da danza a gennaio, non ci sono problemi. Vuoi andare in pigiama? Ok. Ma ho sempre evitato di urlare. Non volevo che pensasse fosse una punizione, andare all’asilo. Ognuno ha il suo lavoro, il suo è quello di andare a giocare.
La lasciavo fiduciosa tra le braccia della maestra. Se avesse avvertito un po’ di titubanza, riguardo questa fiducia, ci si sarebbe aggrappata. Quello che diceva il mio comportamento era: ti lascio con lei, mi fido, è la mia sostituta quando sei qui. Poi, uscivo come se non sentissi i suoi pianti. Una cosa atroce. Ma, se volete farlo, dovete essere decise. Non vale il “solo oggi la riporto a casa”, non vale l’ “adesso torno indietro e la abbraccio di nuovo”. No, un bacio, un abbraccio stretto e via. Non mostratevi scossi, anche se lo sarete eccome.
Naturalmente, tutti questi consigli valgono solo se realmente vi fidate della maestra. Se poi il bambino vomita per un mese di fila, valutate anche di provare l’inserimento altrove o di rimandarlo. Non cadete però nella tentazione di pensare che vostro figlio sia l’unico che fa queste scenate terribili: chi più chi meno, le fanno tutti. Il momento del primo, vero distacco è terribile: ma, verosimilmente, più per noi che per loro. Lasciamoli andare, facciamoli staccare da noi: non sono nostri e, a un certo punto, non avranno più bisogno di noi, dovranno essere indipendenti. Prima lo capiamo, meglio è.
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