Istruzione
Veneto, priorità all’asilo nido a chi risiede in regione da 15 anni: legge incostituzionale
E’ incostituzionale la legge veneta che dà priorità all’iscrizione all’asilo nido a chi risiede in regione da almeno 15 anni.
E’ anticostituzionale la legge veneta che dà priorità all’iscrizione all’asilo nido a tutti quei bambini che risiedono in regione da più di 15 anni, come stabilito dalle regione governata da Luca Zaia. La Consulta ha bocciato la legge come anticostituzionale. La sentenza dei giudici della Corte Costituzionale dice che questa legge va contro il principio di uguaglianza, dal momento che introduce un criterio non ragionevole per ottenere questo beneficio. Non c’è, infatti, alcuna correlazione tra la residenza in Veneto da diversi anni e un effettivo bisogno o necessità.
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Nella sentenza si legge ancora che
la configurazione della residenza protratta come titolo di precedenza, anche rispetto alle famiglie economicamente deboli, si pone in frontale contrasto con la vocazione sociale degli asili nido
un servizio che, per sua natura,
risponde direttamente alla finalità di uguaglianza sostanziale fissata dall’articolo 3, secondo comma, della Costituzione, in quanto consente ai genitori (in particolare alle madri) privi di adeguati mezzi economici di svolgere un’attività lavorativa.
La Corte non dimentica poi la funzione educativa dell’asilo nido, sottolineando che non è ragionevole pensare che i figli di genitori che da più tempo vivono in Veneto possano avere un bisogno educativo maggiore rispetto ad altri.
Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, ha preso atto della sentenza, ma non vede nella sua legge niente di oltraggioso, ma solo del buon senso.
Secondo la Consulta la nostra legge contrasterebbe con il principio di uguaglianza. Ma allora pongo una questione: la residenza è un elemento concreto, e a nostro parere equo, per poter fare una scelta giusta, anche per tutti gli immigrati regolari, esclusivamente se non c’è posto per tutti. Ci troviamo in una regione dove sono ospitati e perfettamente integrati oltre 500mila immigrati e ormai abbiamo a che fare con i figli dei figli di coloro che sono arrivati negli anni.
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