Educazione
Il bambino non studia: consigli pratici per i genitori
Come si possono aiutare i bambini nello studio, soprattutto se non si impegnano e collezionano brutti voti?
Il bambino non vuole studiare. Per i genitori è un bel problema. È uno dei grandi tormenti: prima non dorme, poi non mangia e lo step successivo è si rifiuta di fare i compiti e di concentrarsi sui libri, collezionando brutti voto e ovviamente insoddisfazione. Affronta questo tema la psicoterapeuta Lucia Attolico, nel libro Mai più bocciati (Le Comete FrancoAngeli, 19 euro) in cui fornisce una serie di consigli per dare una mano a tante famiglie.
“Accade che i genitori si sostituiscano ai figli nei compiti scolastici, o scrivendoli di mano propria o stando loro vicini e soffocandoli con i “devi”, “fai in questo modo”, “scrivi questo”. Lasciarli fare da soli per almeno mezz’ora e intervenire, su loro richiesta, quando proprio non riescono può essere una buona soluzione. Ma l’intervento dovrà essere di sostegno e l’atteggiamento di questo tipo: “coraggio, hai un cervello e so che sai usarlo bene, provaci!”.
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Ha spiegato l’esperta, che consiglia di non sovraccaricare i bambini di aspettative, che possono essere un peso troppo grande da portare e può causare la mancanza di voglia di studiare.
“I figli non vedono l’ora di far felici i genitori. Quando si è in presenza di conflitti non sanati con i genitori si perde la voglia di studiare e quindi di farli felici. I ragazzi agiscono in questo modo, spesso, nella convinzione che i genitori tengono a loro soltanto in quanto portatori di risultati”.
I genitori quindi non devono costringerli, colpevolizzarli e assecondare le inclinazioni del bambino. Inutile costringerlo in un percorso che non sente suo e per cui non si sente portato.
Via | Repubblica