Cronaca
Bambini in quarantena: meno malattie e tante coccole di mamma e papà
Il lockdown non ha avuto solo aspetti negativi: i bambini hanno potuto passare molto tempo insieme ai genitori e si sono ridotte le infezioni.
Se la quarantena è stata frustrante per tantissime persone, per i bambini più piccoli è stata una parentesi importante. Dopo un primo periodo di spaesamento, coinciso con la sospensione della routine, si sono ritrovati a vivere a stretto contatto con mamma e papà e molto tempo a disposizione per giocare. E non è tutto, perché sono diminuite le malattie, come le infezioni primaverili tipo la varicella.
A raccontare il fenomeno Alberto Villani, responsabile della Pediatria Generale e Malattie Infettive del Bambino Gesù, presidente della Società Italiana Pediatria (Sip).
“Ci sono sicuramente aspetti positivi. In alcune realtà, e ovviamente dipende dallo status sociale, è stata sicuramente un’opportunità per stare più tempo insieme ai genitori e per imparare comportamenti virtuosi. Basti pensare a quanto è stato importante insegnare ai bambini l’attenzione all’igiene personale, al lavaggio delle mani, all’aver cura di se stessi, al rispetto della distanza personale. Essere stati meno esposti al contatto con gli altri, quindi al contagio è stato un vantaggio. Dall’altra però ci sono stati anche ritardi nelle diagnosi per la paura di portare i bambini in ospedale. Credo che alla fine di tutta questa storia debba rimanere il fatto che il pronto soccorso deve essere usato solo nel momento del vero bisogno, e che il ricorso allo specialista venga regolato da effettive necessità e gestito con altissima professionalità”.
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A casa da scuola e dall’asilo, i bambini si ono ammalati meno. Piercarlo Salari è pediatra a Milano, e responsabile del gruppo di sostegno alla genitorialità della Sipps (Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale) ha commentato:
“Ci sono stati per i bambini alcuni vantaggi fisici. La riduzione del contatto sociale ha comportato anche una riduzione delle infezioni che circolano anche e soprattutto in questo periodo dell’anno. Penso ad agenti virali, malattie infettive classiche, varicella, morbillo pertosse; si è ridotta l’incidenza delle classiche infezioni da comuni patogeni. Ci sono stati casi di raffreddori, tosse, ma a causa di situazioni contratte con altre modalità, non per contatto con il compagno di scuola. C’è stato un miglior controllo delle allergie: i sintomi compaiono sempre, ma il fatto di stare più tempo al chiuso, in una situazione protetta ha ridotto l’entità della sintomatologia e ha permesso ai genitori di intervenire meglio nel controllarla, nella gestione dei farmaci e nel monitoraggio del controllo clinico”.
Fonte | HuffPost