Papà
Congedo parentale di 11 mesi anche per i papà
Congedo parentale di 11 mesi anche per i papà: non è un sogno, ma una realtà in alcune aziende.
[related layout=”left” permalink=”https://bebeblog.lndo.site/post/189308/congedo-paternita-2017-cosa-prevede-come-usufruirne”][/related]Il congedo parentale di 11 mesi dovrebbe essere concesso anche ai papà. In Italia si parla tanto dei diritti dei neo genitori, delle mamme, ma anche dei papà. Perché sappiamo che nelle famiglie, oggi, sempre più, a prendersi cura e carico dei piccoli appena nati non sono solamente le mamme, ma anche i papà che spesso si dividono i compiti. Se le mamme, nella maggior parte dei casi, possono contare sulla maternità obbligatoria di 5 mesi (2 prima del parto e 3 dopo, o 1 prima del parto e 4 dopo, a seconda dello stato di salute della mamma), i papà, a parte pochi e brevi permessi, cosa possono prendere?
Qualcosa si sta muovendo (e per fortuna) per garantire ai neo genitori di avere più tempo per prendersi cura dei propri figli appena nati. Essere genitori non è facile. Essere genitori che lavorano lo è ancora di meno. Per questo sono sempre ben accette tutte quelle proposte e quelle iniziative volte a cercare di migliorare la qualità della vita di mamme e papà, oltre che dei dipendenti in generale. Se Lavazza recentemente ha fatto parlare di se per un incentivo alla genitorialità di tipo economico (proposta prima dell’azienda anche da un piccolo imprenditore italiano), ecco che un’altra azienda in Italia cerca di aiutare i neo genitori.
Avivaha deciso di offrire ai propri dipendenti che diventano genitori naturlai o adottivi 11 mesi di congedo parentale. Sia alle mamme sia ai papà. Si tratta di 5 mesi retribuiti al 100% e 6 non retribuiti per i papà, mentre per le neo mamme saranno 5 mesi al 100% e 6 retribuiti al 60% (30 Aviva e 30 INPS). Nel caso entrambi i genitori siano dipendenti, il diritto spetta a entrambi. Una novità che potrebbe diventare un modello di comportamento anche per altre aziende. Avivva, inoltre, propone per il secondo anno il centro ricreativo per i figli dei dipendenti da 3 a 14 anni, un altro aiuto concreto per poter risolvere il “problema” delle vacanze estive dei ragazzi.
Visto che dal punto di vista della normativa le cose non sembrano muoversi nel nostro paese, spetta alle aziende dare il buon esempio? Speriamo che le iniziative siano contagiose!
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