Salute e benessere
Adolescenti, una ragazza su 5 si ferisce volontariamente
Il 20% delle adolescenti di 14 anni in Gran Bretagna è autolesionista: lo svela un’indagine su 11mila studenti.
Sono numerosi gli adolescenti vulnerabili, che non sanno come affrontare la vita, che improvvisamente si è fatta difficile. Un’indagine, condotta in Gran Bretagna, svela una situazione complicata e preoccupante: una quattordicenne su cinque tenta si ferisce da sola per provare un dolore fisico che lenisce quello mentale. È un fenomeno in aumento.
[related layout=”left” permalink=”https://bebeblog.lndo.site/post/201816/adolescenti-2-su-3-sono-vittime-del-gioco-dazzardo-a-roma”][/related]Tra le cause, abusi e bullismo ma anche depressione e problemi relazionali. Lo rivela un rapporto della Children’s Society. I dati sono stati raccolti dal Millennium Cohort Study, un progetto di ricerca che segue la vita di 19.000 bambini nati nel Regno Unito tra il 2000 e il 2001.
Più di 11.000 di loro hanno risposto a un questionario che chiedeva se si fossero fatti male di proposito, in qualsiasi modo, nell’ultimo anno. Delle 5.624 ragazze che hanno risposto, 1.237 hanno dichiarato di essersi auto-danneggiate, pari al 22%. Tra i ragazzi la percentuale scendeva al 9%. I tassi peggiori (46%) erano tra chi si sentiva attratto da persone dello stesso sesso o da entrambi i sessi.
Come si fanno male i ragazzi? I modi sono diversi: c’è chi si strappa i capelli, che si pizzica, chi si taglia, si provoca lividi o ustioni. Sulla base delle cifre, The Children’s Society stima che 109.000 bambini di 14 anni possano aver compiuto atti autolesionisti in tutto il Regno Unito durante il 2015: 76.000 ragazze e 33.000 ragazzi. Dal 1997 a oggi, il numero di ricoveri per questo problema è raddoppiato. Matthew Reed, amministratore delegato di The Children’s Society, ha dichiarato:
“Le preoccupazioni su come appaiono sono un grosso problema, ma questo rapporto mostra l’importanza anche di altri fattori, come il modo in cui si sentono riguardo alla propria sessualità e gli stereotipi di genere”.