Scuola
Brutti voti all’inizio dell’anno scolastico: ecco i consigli per i genitori
Qualche consiglio per aiutare i giovani studenti ad affrontare un momento di crisi all’inizio dell’anno.
È iniziato da poco l’anno scolastico e il bambino (o il ragazzo) ha già collezionato una serie di brutti voti che hanno fatto cadere il genitore in preda all’ansia. Come comportarsi? Come gestire questa situazione senza caricarlo eccessivamente di stress? Il Corriere della Sera ha raccolto i consigli di Simona Dal Pozzo, psicologa e psicoterapeuta, e del pedagogista Daniele Novara. Prima di tutto è necessario fare delle differenze tra il bambino all’inizio delle elementari, che deve affrontare un cambiamento che esige anche una maturità (cosa non semplice), e lo studente delle medie e delle superiori.
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«Il genitore dovrebbe evitare di rimanerci male, separando la propria frustrazione da quella del bambino. Non bisogna minimizzare, ma nemmeno enfatizzare: ciò che conta è dare voce all’emozione del figlio, accoglierlo e ascoltarlo, lasciandogli del tempo per metabolizzare la situazione. Va sostenuto affettivamente e rassicurato rispetto al suo valore. Si può dire “è solo un voto, ci alleniamo insieme”, come se si trattasse di un gioco. Naturalmente è anche auspicabile cercare di capire che cosa non ha funzionato».
Ha spiegato Simona Dal Pozzo. È importante dare al bambino il tempo per imparare un metodo di studio, ma anche per capire come funzionano le nuove dinamiche scolastiche. Ma quanto tempo prima di sospettare un disturbo dell’apprendimento?
«Se alla fine della seconda elementare ha difficoltà nella lettura, o nel calcolo alla fine della terza, è bene rivolgersi a un centro specializzato per individuare possibili disturbi dell’apprendimento».
I genitori devono poi imparare a collaborare con gli insegnanti. Si ricorda che un brutto voto alle elementari è qualcosa di eccezionale che spesso nasconde un problema più profondo, mentre alle medie e alle superiori potrebbero esserci problemi differenti. Spesso nella preadolescenza i ragazzi tendono a sospendere l’impegno scolastico. Novara ha raccomandato:
«All’adulto è richiesto un atteggiamento positivo, rigoroso ma mai punitivo. E se il ragazzino ha difficoltà di apprendimento, si può affrontare il problema ricorrendo a un sostegno scolastico e a lezioni pomeridiane, ove necessario. È importante, in questa fase, che il genitore sia organizzato, visto che il preadolescente è per natura dispersivo. In pratica: strutturare, nel pomeriggio, uno spazio-tempo dedicato allo studio, senza distrazioni né dispositivi digitali, assicurare di notte un sonno sufficiente e di buona qualità (anch’esso libero da cellulari e tablet) e la mattina una colazione nutriente, per evitare momenti di stanchezza e cali glicemici nel corso della giornata. A livello educativo, diventa fondamentale la figura del padre: dalla prima media in avanti dovrebbe essere lui a prendere in mano la gestione scolastica».