Alimentazione per bambini
Neonati prematuri, il latte d’asina ottimo integratore del latte materno
Per i neonati prematuri è stato scoperto che il latte d’asina è un ottimo integratore del preziosissimo latte materno.
[related layout=”right” permalink=”https://bebeblog.lndo.site/post/187372/il-latte-dasina-per-i-bambini-e-i-neonati-e-consigliato”][/related]I neonati prematuri possono trovare nel latte d’asina un ottimo integratore del latte materno. Nel mondo, secondo quanto riportato da un rapporto Unicef – OMS, 30 milioni di bambini hanno bisogno di cure specializzate per sopravvivere. I nati pretermine sono ovviamente più a rischio. Nel 2017 2,5 milioni di bambini sono morti per cause prevenibili e due terzi di questi piccoli erano proprio bambini prematuri. Per questo bisogna seguirli con maggiore attenzione.
Uno studio dell’Ospedale Sant’Anna di Torino e del Cnr-Ispa di Torino, pubblicato sulla rivista Journal of Pediatric Gastroenterology and Nutrition, sottolinea ancora una volta l’importanza del latte materno per i bambini prematuri. È fondamentale che nelle unità di terapia intensiva neonatale ci sia a disposizione del latte materno per nutrire questi piccoli combattenti fin dai primi giorni di vita.
Il latte materno va però reso ancora più forte per aiutare i prematuri nelle prime fasi di vita. Gli integratori spesso possono non essere tollerati dal loro intestino, ancora molto fragile. I ricercatori torinesi hanno così scoperto che il latte d’asina è perfetto, perché è il più vicino come composizione al latte materno. Quindi potrebbe diventare l’integratore ideale per i bambini prematuri.
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Laura Cavallarin, una delle autrici dello studio, spiega:
Ecco perché abbiamo dapprima pensato a come sviluppare questi integratori e poi siamo passati a sviluppare due concentrati di latte d’asina, con tenore proteico e calorico uguale ai corrispondenti prodotti a base di latte vaccino disponibili in commercio, rispettando la normativa vigente in materia di alimenti per infanzia e garantendone la sicurezza microbiologica.
Mentre Enrico Bertino, direttore della Terapia Intensiva Neonatale dell’Università di Torino, primo autore dello studio, aggiunge:
La riduzione dei segni di intolleranza alimentare in questi neonati estremamente fragili è di grande importanza per permettere un più precoce raggiungimento della capacità autonoma di alimentazione al seno e, quindi, per favorire, complessivamente, il loro faticoso percorso di recupero e di maturazione dopo la nascita pretermine. La possibilità di disporre, in futuro, di un integratore del latte materno più tollerato di quelli sinora utilizzati, a base di latte vaccino, può aprire nuove prospettive per la salute a breve e a lungo termine di questi bambini.
Foto iStock
Via | La Stampa